Ieri mi è successa una cosa incredibile.
Poiché mi si è smagnetizzata la tessera Bancoposta, mi sono presentato allo sportello di un ufficio postale diverso da quello in cui ho aperto il conto – vista la loro pubblicità ingannevole che è come avere 1200 sportelli in Italia tutti uguali – per eseguire un prelievo.
Mi hanno detto che dovevo compilare un assegno. Mi sono ripresentato con l’assegno, il bancoposta non funzionante, un regolare documento d’identità con foto, ho firmato l’assegno davanti all’impiegata che mi ha detto che non lo posso incassare, che al massimo lo posso versare in conto e sarà disponibile l’importo fra tredici giorni.
Ma scherziamo? I soldi in conto ci sono già. Io devo prelevare, mica versare con assegno dei soldi che in conto già ci sono. Ma sono tutti deficienti così gli impiegati delle poste?
Allora sono passato a parlare con la responsabile, che mi ha detto che loro devono poter verificare la firma depositata nell’ufficio di apertura del conto perché in camera di compensazione verificano quella.
Ma io dico: un assegno delle poste, su un conto delle poste, in quale camera di compensazione va se rimane all’interno delle poste stesse? Mi hanno preso per idiota?
E poi se sono munito di documento di identità con firma e foto e firmo davanti alla responsabile e sono titolare del conto, perché non può pagarmi un assegno che reca la dicitura “per questo assegno postale pagate a vista l’importo di….”.
E’ una presa in giro? Ditemi se non sarebbe il caso di rivolgersi alla polizia.
Naturalmente ho scritto una lettera di reclamo alle poste.
Così mi tocca andare nell’ufficio di apertura in un’altra città perché mi sono trasferito per motivi di lavoro per prelevare soldi dal mio conto. Ma a causa dell’imbecillità di questi dipendenti irresponsabili delle poste, il viaggio me lo paga poste italiane?
Io li citerò per danni.
Nel medio evo le cose funzionavano molto meglio.