Una trasposizione abbastanza attenta del celebre romanzo di George Orwell. Toni cupi, atmosfere angoscianti, inquietudine opprimente sono le sue caratteristiche principali. Forse pecca nella descrizione psicologica dei personaggi, non certo in quella dell’atmosfera. Il pessimismo è cosmico, la speranza nulla, l’annullamento dell’animo umano totale, molto in tema secondo me con l’Italia di oggi, dove la tv assomiglia moltissimo al teleschermo Orwelliano, visto che ha anestetizzato i cervelli di tutti gli abitanti, cancellando pensieri, sogni, speranze, rendendoci tutti una massa di acritici decerebrati interessati solamente al calcio ed al grande fratello, completamente inconsci della realtà che ci circonda e del furto continuato da parte dei politici. Una situazione in cui la moralità, l’onore, gli ideali non esistono più, in cui esiste solamente il profitto ad ogni costo e in cui il governo, completamente comprato da multinazionali, industrie ed altro, non fa altro che cementare l’ex Belpaese in barba alla comunità europea che non vigila e non si oppone, in mezzo all’indifferenza di tutti. Insomma un film attualissimo nel suo pessimismo, specchio quasi della nostra società, dimostrando che Orwell ci ha preso alla grande con le sue previsioni di un possibile futuro, anzi, che la realtà ha abbondantemente superato la fantasia dell’autore.