La scomparsa di Stephanie Mailer

copertina romanzo

E’ il quinto romanzo di Joel Dicker. Il suo stile di scrittura, il meccanismo con i flash back che adotta è ormai consolidato ed è una sua peculiare caratteristica. Come in altri romanza narra un mistero presente, con riferimenti e flashback dei protagonisti ad un caso passato rimasto irrisolto o chiuso in fretta senza aver realmente trovato il colpevole. Le sue descrizioni e i suoi personaggi sono abbastanza accurati, la trama è solida e si delinea in maniera lineare con il procedere degli eventi raccontati in prima persona dai personaggi in modo realistico con il metodo dei flash back, caratteristica reale che abbiamo tutti noi nel fare associazioni fra eventi attuali e ricordi passati. Pur essendo un romanza abbastanza corposo si legge velocemente, grazie alla capacità dell’autore di risucchiare il lettore all’interno della storia, facendola vivere quasi in prima persona. Suoni, immagini, odori descritti rendono viva la trama, la scrittura leggera e scorrevole ma non per questo semplicistica rendono l’opera piacevole e affascinante. Le località, anche se immaginarie, sono ambientate in posti reali riconoscibili e danno realismo alla vicenda. Complessivamente un romanzo godibile e scorrevole nello stile di Dicker.

Harry Potter e la pietra filosofale

Primo romanzo della saga di Herry Potter. Letto originariamente a Natale del 2004, e riletto in questi giorni per un club del libro. La scrittura della Rowling si dimostra matura fin dal primo romanzo della saga, anche se risente un po’ di inesperienza e di essere diretta ad un pubblico molto giovane. La trama è originale, il mondo immaginato dall’autrice molto articolato, vasto, fantastico e intrigante. Pur non essendo un grande fan del maghetto, sono subito stato risucchiato all’interno della storia, in questo splendido mondo di maghi. Il modo di scrivere dell’autrice, le sue descrizioni dei luoghi e dei personaggi, dipingono molto bene questo universo di maghi, maghe, folletti, draghi, ecc. e immergono fin da subito il lettore in un ambiente fiabesco, ma tangibile, possibile, quasi reale. Le descrizioni sono ben bilanciate, la trama è scorrevole, ma mantiene la giusta tensione e la suspance sufficiente a far desiderare al lettore di rimanere a scoprire le vicende dei personaggi, simpatizzando subito con loro. I protagonisti sono ben delineati e i loro contorni netti, tutti hanno una loro personalità e un posto nella trama. Non ci sono particolari forzature o personaggi inutili usati come riempimento. La lettura scorre veloce. Un’opera ben costruita e ben riuscita.

The Batman

Un film deludente sotto tutti i punti di vista. Trama e sceneggiatura sono praticamente inesistenti. Gli attori recitano sopra le righe non dando alcuno spessore ai personaggi. Gli effetti speciali non sono all’altezza delle aspettative. Il costume di batman e i suoi gadget deludono non poco. Cosa peggiore in assoluto: la batmobile. Essa è sempre stata il simbolo di Batman, un’auto super tecnologica fuori dal normale in tutto e per tutto, con o senza ali, con capacità di volo o meno è sempre stata l’emblema dell’uomo pipistrello. In questo film è una normalissima automobile con un penoso effetto razzo al posteriore. Anonima come il suo pilota, priva di personalità e carattere. Difficilmente si poteva fare un film peggiore.

Al Caffè San Marco

Un libro che è sia un saggio storico, sia un quadro di un’epoca passata, attraverso la testimonianza di chi ha vissuto a Trieste e ha frequentato il Caffè San Marco. E’ uno dei pochissimi, se non l’unico, sopravvisuto dei comuni “Caffé” mitteleuropei presenti nell’altro secolo a Trieste. Caffé inteso come locale di ritrovo, diverso dai comuni bar odierni, dove si entra, si sorseggia il caffé, spesso al banco, e si esce. Il San Marco era e forse è ancora, un luogo di ritrovo per intellettuali, studenti, studiosi, giocatori, ecc. Ha subito nel tempo distruzioni e ristrutturazioni, cambi di proprietà, restauri più o meno invasivi, ma ha ospitato moltissimi personaggi della cultura Viennese, mitteleuropea, italiani e stranieri. E’ stato il ritrovo di molteplici tipi di clienti, è stato sede di società scacchistiche, ha offerto anche una sala biliardi, è stato il punto di ritrovo per ribelli, reazionari, irredentisti e molto altro. Questo libro ne racconta le principali vicende, raccogliendo la testimonianza di autori come Claudio Magris, Ilse Pollack, Giulio Montenero e molti altri. Narra, dalla voce di chi vi ha partecipato, dei lavori di restauro che vi sono stati fatti nel tempo. Include delle foto storiche dell’epoca della fondazione, dei lavori di restauro, della vita cittadina della Trieste dai primi del 900 fino ai giorni nostri. Un’opera decisamente molto interessante, ben scritta e documentata, che si legge quasi tutto d’un fiato e che testimonia il nostro passato lontano e recente.

Vuoto di luna

Un classico romanzo poliziesco senza infamia e senza lode. La trama parte da uno spunto interessante: il vuoto di luna appunto, quando essa non è visibile per un breve periodo, e sulla sincronicità, ma questi temi non vengono sfruttati e tutto sommato finiscono con l’avere un ruolo marginale nella storia. I personaggi sono delineati in modo superficiale, visti e rivisti in moltissimi romanzi del genere. il tema dell’amore filiale buttato lì per dare un pretesto di movente alla ladra protagonista e far parteggiare il lettore per lei, ma con scarsi risultati. L’ambientazione dei casinò di Las Vegas è descritta in modo banale e stereotipato. Di qualche interesse la spiegazione dei retroscena dietro il gioco d’azzardo, ma nulla più Insomma un romanzo dozzinale non all’altezza della fama di Michael Connelly.

Hang man – il gioco dell’impiccato

Nonostante la presenza di un cast eccezionale, si tratta di un thriler banale, con una trama fiacca, senza inventiva, privo di colpi di scena. Dipenderà dalla scarsa bravura degli sceneggiatori, dall’esilità della trama, dai pessimi dialoghi o dall’incapacità del regista, ma il film non merita nemmeno la sufficienza. E non bastano un paio di bravi attori messi lì quasi a casaccio per rimediare al pessimo copione. Latitano perfino gli effetti speciali. Inguardabile anche per i fan più incalliti di Al Pacino.