Qui è proibito parlare
Qui è proibito parlare racconta un capitolo della storia d’Italia sconosciuto ai più: quello fra le due guerre; il preludio all’olocausto nazista. Attraverso la vita di una ragazza jugoslava a trieste, Pahor ci narra l’atmosfera e la condizione politica della Trieste degli anni trenta, durante il periodo fascista. Attraverso la resistenza passiva, l’attaccamento alle proprie tradizioni, vediamo come l’intolleranza per il diverso, lo straniero, l’immigrato sia totale ed intransigente. La lngua jugoslava,i libri, i giornali sono banditi dalle scuole, dalle riunioni pubbliche. Chiunque sorpreso a parlarla, scriverla o insegnarla è destinato al carcere del Coroneo. La prosa è cupa ma scorrevole, l’atmosfera grigia ed opprimente, l’oppressione fascista pesantissima. Si narra di una Trieste Orwelliana, dove anche gli amici più fidati sono delatori, dove nessuno si fida di nessuno, la sfiducia, l’omertà e la delazione serpeggiano attraverso i vicoli di Città vecchia. Notevoli le descrizioni paesaggistiche. Inquietante.