Il cacciatore silenzioso

Sesto libro della coppia di scrittori svedesi celata sotto lo pseudomino di Lars Kepler. Rispetto ai precedenti lo stile di scrittura, le descrizioni paesaggistiche e quelle psicologiche dei personaggi si sono evolute, elevate e migliorate. E’ aumentato l’aspetto crudo e violento delle situazioni descritte. La trama si è evoluta e complicata rendendolo, a mio parere, migliore rispetto ai precedenti. La tensione, la suspance, i dialoghi interiori ed esteriori, le descrizioni ambientali rendono la lettura appassionante e coinvolgente. In qualche modo si sono internazionalizzati, ora non scrivono solamente per il ristretto, freddo e asettico pubblico svedese, ma il loro orizzonte si è ampliato, la scrittura è diventata più “calda”, i personaggi sono più vivi e umani, rendendo il romanzo più piacevole ai lettori esteri. Decisamente un salto qualitativo positivo rispetto ai precedenti.

Diabolik

Un film italiano e si vede. Pochi mezzi, cast pessimo, recitazione ridicola, trama insulsa, considerando la possibilità offerta dal fumetto originale. I personaggi sono l’ombra di quelli descritti nel famosissimo fumetto, la storia risulta noiosa, non ci sono colpi di scena, gli effetti speciali sono banali e inconsistenti. Tutto dimostra quanto sia malmesso il cinema italiano oggi. Sceneggiatura pessima, ancorché ispirata ad un fumetto cult. E’ evidente la carenza di mezzi economici, che però se giustifica la pochezza degli effetti speciali, non giustifica però la pessima recitazione degli attori. Addirittura surreali alcune scene come quella del processo a diabolik che sembra tratta da un film comico in stile anni 70. Una clerville e una Gengf decisamente troppo italianizzate, così come i poliziotti e i pompieri. Decisamente un colpo a vuoto per i Manetti brothers.

La dalia nera

Un romanzo violento e crudo, ispirato ad un famoso caso di omicidio degli anni ’40, irrisolto, negli Stati Uniti: quello di Elizabeth Short, conosciuta come Black Dhaila. Scritto in modo crudo e tagliente, è il primo di una serie di romanzi di James Ellroy, dedicato alla Hollywood degli anni 40 e 50. I personaggi sono descritti in modo preciso, le loro debolezze, motivazioni, pregi e difetti sono esasperati da una scrittura semplice e diretta. L’indagine descritta, ispirata da quanto scritto dai giornali dell’epoca, è il pretesto per una descrizione minuta della società americana in generale e di Los Angeles in particolare di quegli anni. E’ uno spaccato del mondo dello spettacolo coi suoi pregi e difetti, con i suoi personaggi buoni e cattivi. Ne emerge una descrizione pessimistica e lugubre dell’america di quell’epoca del dopoguerra. Un romanzo che definirei bello e dannato. Il mondo hollywodiano delle mille luci e dei mille colori descritto in modo lugubre andando oltre le apparenze e mostrandone il dietro le quinte che spesso viene ignorato da giornali e televisione.