Die hard – un buon giorno per morire

dh5Dopo aver toccato vene ironiche e affrontato nemici informatici nel quarto capitolo, gli sceneggiatori di Die Hard decidono di raschiare il fondo del barile con una storia improbabile, personaggi inesistenti, trama risibile, intreccio nullo, colpi di scena neanche a parlarne. Perfino gli effetti speciali sono appena sufficienti. Le idee latitano. Le idee latitano. Decisamente un film inutile, sconsigliato anche ai più accaniti fan di Bruce Willis. Inguardabile.

Avengers: Age of Ultron

age of ultronSecondo film dedicato agli Avaengers. Trama non originale ma che funziona molto bene. Sempre incentrato sullo scontro fra bene e male, fra buone intenzioni e fare la cosa giusta. Il cast è stellare così come gli effetti speciali che raggiungono vette impensabili, e non sono solamente un pretesto per raccontare una storia. Qui sono molto realistici e supportano la trama che si sviluppa forse un po’ in modo prevedibile ma comunque piacevole. Adatto a tutta la famiglia e politically correct, con la vittoria dei buoni.

Thor: the dark world

Thor2Se già il primo film non mi ha entusiasmato, questo sequel decisamente risulta noioso. La battaglia con gli abitanti del mondo oscuro risulta identica a quella vista e rivista in moltissimi film del genere, a partire dal signore degli anelli, ambientazione a parte La trama è improbabile, il film noioso e pesante, i colpi di scena telefonati. Il resto sono solo effetti speciali fine a sé stessi. Complessivamente inutile come gli ultimi due matrix e la trilogia “prequel” di guerre stellari

All’ombra dell’Impero – la carovana dei prodigi

cpSecondo romanzo storico della trilogia “All’ombra dell’Impero” di Alberto Custerlina, ambientato nei primi anni del 1900, nella regione balcanica. Questo secondo volume è più incentrato sulle avventure dei personaggi introdotti nel precedente, si svolge in luoghi più “esotici”, e risulta più avvincente. Ci si sposta dall’atmosfera cittadina di Trieste a quella Balcanica, dal mondo che conosciamo a quello degli “zingari”, in particolare in quello di un circo girovago in cui uno dei personaggi principali si trova a vivere suo malgrado nuove avventure. Lo scorcio offerto da questo mondo è molto particolare, visto con l’occhio di un ragazzino di 12 anni in cerca d’avventura e di vendetta. Le regioni descritte sono più ampie e impervie, il modo di vivere diverso, ma rimane la caratteristica di base, l’impronta dell’autore, lo scontro tra bene e male, tra buoni e cattivi, tra magia e ragione. Alcuni nodi lasciati appesi nel romanzo precedente si sciolgono, i personaggi maturano, la prosa dell’autore in qualche modo si adatta ai nuovi grandi spazi descritti, risultando se possibile, ancora più scorrevole del precedente, in attesa della conclusione della trilogia.