L’imperatore di Ocean Park

Un thriller d’esordio ben scritto, una trama interessante, personaggi ben delineati, un’ambientazione ben descritta, scritto in un linguaggio chiaro ma al contempo ricercato che pone giustamente l’autore in testa alle classifiche americane dei best seller. Autore di colore così come i suoi personaggi, è ambientato nell’alta società di una cittadina americana. La trama è intrigante e misteriosa. Il padre del protagonista, giudice nero della corte federale, è diventato paranoico da quando la figlia è morta in un incidente stradale, ed egli ha deciso di scoprire chi è il pirata della strada che gliel’ha portata via, arrivando fino al suicidio. Il protagonista quindi è costretto a ritornare alla città natale per il funerale, durante il qualela la sorella gli confida che il padre potrebbe essere stato ucciso. Inizia così per lui la ricerca della verità, come in una partita a scacchi, gioco di cui è appassionato, verità che si cela in tutti i misteri che sono piovuti improvvisamente nella sua vita. L’autore calibra bene la trama, inserisce i colpi di scena nei momenti chiave della storia, rivela al lettore gli indizi mano a mano che il protagonista procede nella risoluzione dei misteri della propria famiglia. Si tratta di un’opera intrigante paragonabile a quelle di autori blasonati come Lars Kepler, seppur non raggiungendo, a mio avviso, le vette Di Stig Larson. Comunque consigliato a chi piace il genere.

Figlia della cenere

Quarto romanzo di Ilaria Tuti con protagonista il commissario Teresa Battaglia. L’ambientazione scelta è quella della città di Aquileia, piena di tesori e custode di una storia millenaria. Questa volta il commissario deve affrontare le proprie origini, indagare sul rittrovamento di alcuni pezzi d’ossa in un antico mosaico nella chiesa di Aquileia. Il romanzo è stato scritto durante la pandemia, che rendendo difficili gli spostamenti ha messo a dura prova la necessità dell’autrice di recarsi nei luoghi della narrazione per emozionarsi, esplorare l’ambiente, percepirne sapori e odori. E’ comunque riuscita a destreggiarsi fra zone gialle e zone rosse, scrivendo un’opera più introspettiva, in cui la protagonista Teresa, oltre ad indagare sul mistero della presenza dei pezzi d’ossa nel mosaico, immerso nei secoli di storia del museo all’interno della chiesa di Aquileia, deve fare i conti con sé stessa, con le proprie difficoltà, con il cedimento del proprio corpo e delle proprie facoltà intellettive, facendole capire che non le resta molto tempo, che la usa malattia sta progredendo e portandola a chiedersi se non sia il caso di ritirarsi, facendole dubitare di essere ancora capace di dare un apporto investigativo efficace alla propria squadra. Scritto con il suo solito stile ricercato nei termini e nell’uso del linguaggio, figlia della cenere ci fa riflettere sulla caducità dell’esistenza umana, sulle sue imperfezioni, sui suoi difetti e sui suoi limiti fisici e temporali. Come sempre Ilaria Tuti mette nell’opera tutta sé stessa, regalandoci un’altra perla della letteratura italiana.

L’enigma della camera 622

Affascinante romanzo nello stile di Joel Dicker. Si tratta di un’indagine nata quasi per gioco da parte del protagonista che si trova presso il lussuoso hotel Svizzero Palace de Verbier, dove anni prima durante un convegno bancario c’è stato un omicidio nella stanza 622. Omicidio che il Palace vuole dimenticare cancellandone l’esistenza eliminando la stanza 622, cambiandole il numero. Oltre che un classico thriller nello stile di Dicker il romanzo fa una riflessione sui rapporti sentimentali e analizza anche il rapporto fra uno scrittore e il proprio editore. Pur essendo una storia avvincente e interessante, che attanaglia il lettore curioso di conoscere la verità sull’omicidio della stanza 622, secondo me ha un ritmo più lento di altri libri dell’autore, rendendone la lettura meno scorrevole e immediata, soprattutto per le riflessioni sui rapporti sentimentali e quelli con l’editore. Complessivamente godibile, ma secondo me non il miglior Dicker.

La tua mente può cambiare

Sharon Begley in questo saggio confuta la credenza secondo la quale si è finora creduto che il cervello avesse una struttura fissa, determinata alla nascita e destinata a deteriorarsi con il tempo, perdendo neuroni e collegamenti sinaptici. Invece si è scoperto che il cervello ha una sua plasticità ed è in grado di creare nuovi neuroni anche in età avanzata e di riprogrammare le proprie reti neurali. In questo saggio, con la prefazione di Daniel Goleman e presentato dal Dalai Lama si dimostra che il cervello è anche in grado di superare danni provocati da traumi o malattie. Questo libro dimostra che si può modificare la struttura fisica del cervello attraverso pratiche come la “meditazione profonda”, sperimentata per secoli dai monaci buddisti e con altre tecniche di meditazione.

Sotto il mantello COVID

Libro inchiesta di Camillo Dimauro su questo terribile aspetto del nostro tempo. Senza negare l’esistenza del virus l’autore ci mostra quanto più letale possa essere di qualunque virus l’essere umano. viene fatta un’indagine approfondita sulle cure trovate e poi nascoste, sul motivo per cui in Italia ci sono state fortissime opposizioni alle cure domiciliari. Vengono affrontate anche alcune teorie complottiste sul ruolo avuto dai poteri forti in quello che per molti è definito “grande reset”. I motivi per cui virologi e sedicenti esperti spopolano in tv, Il motivo per cui lo stato italiano è stato il primo al mondo a rendere obbligatorio il green pass.Il libro rivela verità e falsità sul retroscena di questa pandemia, facendoci vedere come la realtà spesso superi la fantasia. Una lettura interessante e illuminante.

La strada

Romanzo post catastrofico di Cormac McCarthy, scritto con uno stile tagliente, frasi brevi e semplici, descrizioni fredde. L’opera dipinge un mondo immaginario futuro, spersonalizzato, come una foto autunnale in bianco e nero di un paesaggio desolante, coperto di cenere, dove sono sopravvissute pochissime persone. L’epoca è fuori contesto, fuori dal tempo, così come i luoghi descritti non sono mai nominati. Le città che i personaggi attraversano non vengono mai specificate, per trasmettere quel senso di angoscia e di ansia ai lettori di qualsivoglia paese del mondo. I protagonisti stessi non hanno un nome, sono un padre e un figlio che per sopravvivere si muovono continuamente lungo una strada che porta a sud dove il genitore spera di poter trovare un clima più mite e di incontrare altri sopravvissuti. Il mare presso cui arrivano potrebbe essere ovunque. Ricorda un po’ la serie di film Mad Max, in cui il protagonista lottava per la sopravvivenza in un mondo futuro popolato da bande di criminali. Non viene specificato nemmeno il tipo di catastrofe a cui i protagonisti sono sopravvissuti. Le strutture, le case, le città sembrano essere sopravvissute all’evento, invece sono morti quasi tutti gli esseri umani. Tutto il mondo è grigio e coperto di cenere. Se si trattasse di un mondo post atomico, probabilmente anche le città, le case, le strutture, i ponti, le automobili sarebbero state spazzate via. Fa pensare quindi ad una catastrofe simile ad un’ eruzione vulcanica di proporzioni mondiali, Come se fosse esplosa la caldera dello Yellowstone insieme a tutti i vulcani del mondo. E’ un monito per tutti i lettori.. potrebbe capitare a ciascuno di noi in un prossimo futuro, visto che siamo tecnologicamente dipendenti e la nostra società è completamente fondata sull’elettricità, una tecnologia abbastanza debole e delicata. Non sopravviveremmo ad un blackout prolungato. Tutta la nostra conoscenza è nel cloud, in internet. Senza elettricità non ci sarebbe più nessuna memoria storica, tutto smetterebbe di funzionare, moriremmo di sete e di fame, non ci sarebbe acqua e cibo per tutti. Torneremmo in poche settimane al grigiore del medio evo.

Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

Un romanzo giallo fuori dagli schemi, irriverente, ironico e satirico al punto giusto, quasi al limite della blasfemità per come infrange e supera le regole del romanzo giallo classico. Per alcuni aspetti ricorda il romanzo di Agatha Christie “L’assassinio di Roger Ackroyd”, in cui si diverte a prendere un po’ in giro i propri lettori. la voce narrante è anche il protagonista. Chiarisce fin dall’inizio che non intende prendere in giro i propri lettori e che quindi sarà sempre sincero, raccontando le cose come stanno e fornendo gli indizi nel momento in cui li scopre il detective, persona normale, non super dotata di intuizioni sovrannaturali, per permettere al lettore di seguire l’indagine parallelamente al detective, quindi di poter scoprire il colpevole anche prima di quest’ultimo. La trama è particolare, l’ambientazione limitata e circoscritta, i colpi di scena sono ben calibrati. I personaggi sono ben descritti e delineati, dando spessore e credibilità alla trama ben costruita. Il colpo di scena finale è ben preparato, anche se un po’ prevedibile. Comunque l’autore si prende qualche libertà e nasconde qualche dettaglio in modo irreprensibile, rendendolo sfuggente anche al lettore più esperto. comunque un romanzo godibile, ben scritto e divertente

Battaglia nel cyberspazio

Romanzetto pubblicato dal Corriere della sera nella collana BUR, tratto da un’idea di Tom Clancy, ma sviluppato evidentemente da un ghostwriter di basso livello che la riduce a poco più di un racconto superficiale. L’idea viene poco sviluppata, la trama è scialba, priva di mordente, l’atmosfera non accogliente non risucchia il lettore nella vicenda. Non aiutano le descrizioni degli ambienti e dei personaggi, nemmeno il loro spessore psicologico. Alla fine ne viene fuori un racconto per ragazzi, poco interessante vista la poca competenza tecnica dell’autore e la sua poca fantasia. Viene in sostanza sfruttato ignobilmente il nome di un grande autore come Tom Clancy per vendere un’opera scadente di un epigono indegno. Decisamente inutile.

La scomparsa di Stephanie Mailer

copertina romanzo

E’ il quinto romanzo di Joel Dicker. Il suo stile di scrittura, il meccanismo con i flash back che adotta è ormai consolidato ed è una sua peculiare caratteristica. Come in altri romanza narra un mistero presente, con riferimenti e flashback dei protagonisti ad un caso passato rimasto irrisolto o chiuso in fretta senza aver realmente trovato il colpevole. Le sue descrizioni e i suoi personaggi sono abbastanza accurati, la trama è solida e si delinea in maniera lineare con il procedere degli eventi raccontati in prima persona dai personaggi in modo realistico con il metodo dei flash back, caratteristica reale che abbiamo tutti noi nel fare associazioni fra eventi attuali e ricordi passati. Pur essendo un romanza abbastanza corposo si legge velocemente, grazie alla capacità dell’autore di risucchiare il lettore all’interno della storia, facendola vivere quasi in prima persona. Suoni, immagini, odori descritti rendono viva la trama, la scrittura leggera e scorrevole ma non per questo semplicistica rendono l’opera piacevole e affascinante. Le località, anche se immaginarie, sono ambientate in posti reali riconoscibili e danno realismo alla vicenda. Complessivamente un romanzo godibile e scorrevole nello stile di Dicker.

Al Caffè San Marco

Un libro che è sia un saggio storico, sia un quadro di un’epoca passata, attraverso la testimonianza di chi ha vissuto a Trieste e ha frequentato il Caffè San Marco. E’ uno dei pochissimi, se non l’unico, sopravvisuto dei comuni “Caffé” mitteleuropei presenti nell’altro secolo a Trieste. Caffé inteso come locale di ritrovo, diverso dai comuni bar odierni, dove si entra, si sorseggia il caffé, spesso al banco, e si esce. Il San Marco era e forse è ancora, un luogo di ritrovo per intellettuali, studenti, studiosi, giocatori, ecc. Ha subito nel tempo distruzioni e ristrutturazioni, cambi di proprietà, restauri più o meno invasivi, ma ha ospitato moltissimi personaggi della cultura Viennese, mitteleuropea, italiani e stranieri. E’ stato il ritrovo di molteplici tipi di clienti, è stato sede di società scacchistiche, ha offerto anche una sala biliardi, è stato il punto di ritrovo per ribelli, reazionari, irredentisti e molto altro. Questo libro ne racconta le principali vicende, raccogliendo la testimonianza di autori come Claudio Magris, Ilse Pollack, Giulio Montenero e molti altri. Narra, dalla voce di chi vi ha partecipato, dei lavori di restauro che vi sono stati fatti nel tempo. Include delle foto storiche dell’epoca della fondazione, dei lavori di restauro, della vita cittadina della Trieste dai primi del 900 fino ai giorni nostri. Un’opera decisamente molto interessante, ben scritta e documentata, che si legge quasi tutto d’un fiato e che testimonia il nostro passato lontano e recente.