il gioco dell’illusione

Il thriller più insulso della storia del cinema. Pessimo: più stupido della peggior puntata di “scherzi a parte”. Attori fuori parte e non credibili, trama insulsa, sceneggiatori a corto di idee che scopiazzano dai film del genere, finale scontato. Protagonista non credibile che scopre il complotto ai propri danni e non si preoccupa nemmeno di fare delle foto come prova di ciò che mano a mano scopre, più sciocca del protagonista di “The truman show”. Finale scontato e ridicolo. Regia senza senso. Non farebbe paura nemmeno ad un bambino delle elementari. Peggio che inguardabile: si dovrebbe denunciare i produttori per ottenere un rimborso per il tempo perso a guardarlo e la RAI per aver avuto il coraggio di trasmetterlo, pagandolo con i soldi dei contribuenti.

Criminal

Un atipico thriller metà fantascientifico e metà psicologico. Il sottofondo della trama  spionistica è il classico rischio dello scoppio della terza guerra mondiale, con i codici per il lancio dei missili in mano all’hacker pazzo di turno. La novità sta nel percorso inverso del protagonista, che da abusato e violato dal sistema e dalla società, può redimersi grazie alla rete neuronale di un agente segreto morto impiantatagli per recuperarne i ricordi. Inizia così “il recupero” psicologico del pazzo criminale che pian piano si trasforma nell’agente buono di cui conserva i ricordi, iniziando a provare sentimenti, passioni, amore. Personaggi ben delineati, vecchie glorie di grosso calibro che conoscono una seconda giovinezza interpretando personaggi folli e improbabili, ma comunque credibili. Oscure trame dei servizi segreti e militari che nascondono scomode verità sotto una coltre grigia e impenetrabile. La giusta dose di effetti speciali al servizio della storia, classico lieto fine political correct, con uccisione del cattivo pazzo criminale che rimane “fregato”. Godibile.

Coraggio… fatti ammazzare

Il migliore, il più dark ed il più tetro film dedicato al personaggio dell’ispettore Callahan. Clint Eastwood qui fa un po’ tutto, sceneggiatore, regista ed interprete. E’ il film che risolleva le sorti della saga, facendo entrare nella leggenda il personaggio di dirthy Harry, il mitico ispettore Callahan. Come sempre Clint riesce meglio come regista che come interprete, creando un film apprezzabile, con una solida trama, un racconto ben costruito, una serie di personaggi ben delineati, un movente importante ed un finale assolutamente nuovo per l’integerrimo ispettore. Pur mantenendo il cliché del personaggio duro e puro, incorruttibile, sempre uguale in un mondo che cambia, Eastwood riesce a far emergere un lato di Callahan che non aveamo mai visto: quello umano. Ci sono meno effetti speciali, meno smargiassate, comunque la giusta dose di violenza che hanno reso famosa la serie: il protagonista appare un po’ invecchiato, ma la sua 44 magnum decisamente no. Permangono l’ironia e le frasi celebri che hanno reso famosa la saga. Quello che lascia interdetti in senso positivo è “il lieto fine”, in cui il nostro eroe per la prima e unica volta cede al proprio buon cuore, violando una delle sue regole da incorruttibile. Godibile, ma non per deboli di cuore.

Ombre e Luci – il paesaggio del corpo

Armando Casalino: Ombre e luci – il paesaggio del corpo
sala comunale d’arte Piazza dell’Unità d’Italia 4

Ho partecipato all’inaugurazione e relativo “vernissage” della mostra Di Armando. Opere veramente belle, molto particolari, con chiari scuri accentuati: un paesaggio di corpi che potrebbe essere realmente un paesaggio desertico africano. L’organizzazione è sta perfetta: la presentazione di Rita Marizza ha colto secondo me la personalità dell’autore e il suo messaggio. Gli Haiku di Toni Piccini recitati da due attrici con uno splendido sottofondo visivo e musicale hanno donato alla sala comunale un’atmosfera magica rendendo il tutto un’esperienza mistica.


Complimenti all’artista, a tutti coloro che hanno contribuito e dato una mano per rendere l’esperienza indimenticabile. Bravi.

 

Italian Hacking Camp – vacanze alternative

Resoconto delle vacanze al primo Italian Hacking camp 2018. Si è svolto dal 2 al 5 agosto 2018 al parco della Fenice di Padova. Non avendo più vent’anni, io e un mio amico abbiamo deciso di alloggiare in un albergo, pur sapendo che avremmo potuto dormire poche ore a notte.

 

 

La scrivania della nostra stanza è quasi completamente occupata dai portatili

Il campo è stato organizzato ottimamente, le pecche della logistica sono state superate grandemente dalla competenza, tenacia e abnegazione degli organizzatori. I talk sono stati di alto livello tecnico e di grande interesse per gli argomenti trattati e l’abilità degli oratori. La partecipazione di pubblico è stata ben oltre le aspettative e ha riempito oltre misura le aule dei talk causando un innalzamento della temperatura quasi insopportabile.

Gli argomenti delle conferenze hanno spaziato dalla privacy al penetration testing, dall’analisi forense di computer e telfoni cellulari al routing di frontiera, dal machine learning all’intelligenza artificiale, passando dalla I.O.T, dalla libertà del giornalismo, dalla censura, dall’attivismo, dalla sicurezza.

Abbiamo dormito pochissimo, sopportato un caldo torrido ma ci siamo arricchiti tecnicamente e spiritualmente anche grazie al talk di un ragazzo non vedente che ha incoraggiato tutti.

Complimenti e ringraziamenti agli organizzatori ed a tutti coloro che hanno lavorato rendendo possibile questo evento.

Link:

Sito ufficiale

Daniele Scasciafratte

Giovanni La Motta

Rai Veneto

Arrivederci alla prossima edizione