Cul-de-sac

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Terzo romanzo di Alberto Custerlina, scrittore triestino molto apprezzato. Stile duro e crudo, capitoli brevi, scene pennellate in uno stile personale particolare, rapido, incisivo, forte. Un intreccio di trame e di storie che convergono parallele in un finale tragico, ma aperto ad una possibile continuazione futura. Si tratta di un’opera che in parte riprende alcuni temi e alcuni personaggi del precedente “Mano nera”. Belle le ambientazioni: una Trieste particolare, quella dei trafficanti, dei banchieri corrotti, dei criminali in un clima invernale insolitamente freddo. Una Trieste sconosciuta ai più, quella periferica, fatta di vecchi magazzini e capannoni industriali ormai abbandonati e vuoti. Zagabria capitale della Croazia vista anch’essa dal punto di vista dei personaggi “cattivi” del romanzo. Malta, covo di un vecchio trafficante russo. Una trama “calda”, storie parallele di killer, trafficanti, assassini ed ex poliziotti che si intreccia in un finale di suspance, sangue e morte. Personaggi forti, con le loro motivazioni, le loro storie e le loro idiosincrasie e contraddizioni: una fra tutte la killer donna, religiosa a modo proprio, che per conto dell’agenzia uccide senza pietà. Molto intrigante, di facile lettura, anche se di genere “forte”

Chissà perché nelle nefandezze riusciamo sempre a farci notare :(

cyber-interna-nuovaCome viene detto in questo articolo de “il fatto quotidiano”, sembrerebbe che l’etica a qualche informatico manchi. Infatti il nostro paese riesce ad inserirsi nella lista degli Stati “censori”  nei confronti della libertà di pensiero e parola in Internet e non solo assieme a Bahrein, Siria, Cina, Iran e Vietnam. La vendita di software di cyber spionaggio certamente non è una pratica illegle, ma visto l’uso che ne viene fatto da molti governi, e probabilmente anche in Italia senza che nemmeno ce ne accorgiamo, sicuramente non è etica. D’altronde non c’è da stupirsene in periodi di crisi economica e di valori, in cui l’unica religione è “il dio denaro”. Che tristezza.

Cosa succederebbe se l’Italia uscisse dall’Euro?

claudio-BorghiDomanda di facile risposta. Migliorerebbero un sacco di cose per gli Italiani, come si dice in questo articolo di Criticamente. Io aggiungo che non si sarebbe dovuti nemmeno entrare nell’Euro, almeno da un punto di vista monetario. Ma credo anche dal punto di vista politico l’Unione Europea non è stata un grande affare per le persone comuni. L’abbattimento del muro di Berlino è convenuto solamente ai grandi investitori e ai grandi banchieri. sono completamente d’accordo con quanto viene spiegato nell’articolo e spero che il movimento 5 stelle possa portare ad una politica economica di questo tipo, oltre al taglio degli sprechi, dei nullafacenti, dei parassiti e di coloro che hanno causato l’attuale crisi economica, politica e sociale.

L’inizio della fine per le case farmaceutiche?

farmaceuticheA giudicare quanto scritto in questo articolo di Come Donchisciotte, si direbbe di si. La terapia genica sembra infatti in grado di mettere in crisi tutti i principi su cui si basa la lobby delle case farmaceutiche: la cura del paziente. Alle case farmaceutiche non interessa minimamente la guarigione di un paziente, bensì sono interessate a curarlo a vita, prendendo i soldi suoi e quelli dei vari servizi sanitari nazionali. La terapia genica, che punta alla guarigione delle malattie andrà probabilmente ad intaccare questo perverso circolo vizioso, mettendo le case farmaceutiche in seria difficoltà. Sarà interessante vedere come andrà a finire.

Xy

xyUn romanzo particolare, kafkiano e quasi degno di dostoevskij. Narra di una strage misteriosa in un paesino sperduto, dell’ossessione dei protagonisti per comprenderla e spiegarla, ma lascia tutto nel dubbio. Non dà spiegazioni, non porta il romanzo a conclusione, se non quella dell’abbandono e della fuga dei protagonisti, che rinunciano alla spiegazione, rinunciano all’ossessione per ricominciare una nuova vita da un’altra parte. Inizialmente la mancanza di spiegazione, rispote e chiarimenti mi ha lasciato spiazzato, avendolo letto con l’idea di arrivare alla fine scoprendo i motivi della strage. Poi l’ho riconsiderato, accettando come protagonista non la strage, centrale tema del libro, ma l’ossessione dei vari protagonisti per essa. Di come tragiche vicende spesso non abbiano un perché, una spiegazione, una motivazione ma ci cambino la vita e ci costringano ad andare avanti nel dubbio, senza farci ossessionare. Complessivamente leggibile ma mi ha lasciato con l’amaro in bocca e non mi sento di consigliarlo.

Heydrich e la soluzione finale

hUn’opera su uno dei gerarchi nazisti meno conosciuti, eppure più importanti dell’epoca Nazista, che contribuì in modo fondamentale alla genesi e alla realizzazione dell’Olocausto. Edouard Husson affronta la questione della genesi del pensiero del genocidio da un nuovo e rivoluzionario punto di vista, cercando di mostrare come essa si sia generata nel tempo, e non sia un parto iniziale concepito da Hitler già all’inizio degli anni venti, ma si sia evoluta nel tempo. Sfruttando la possibilità di consultare nuovi e inediti documenti dell’epoca nazista ed affrontando lo studio di questo carismatico personaggio, giunge a concludere che l’idea del genocidio sia stata partorita da Hitler, insieme a Himmler, Eichmann, e Heydrich nel corso del tempo, ben dopo gli anni venti. Il suo studio sembra rigoroso, attento e convincente, con una bibliografia estesa e la consultazione dei documenti cui si riferisce sembrano dimostrare che ha ragione. Molto interessante.

 

Daisaku Ikeda – diario giovanile 1949 – 1955

dg1949-1955I ricordi del giovane Daisaku, dall’inizio della sua pratica buddista fin quasi alla morte di Toda. Pensieri, dubbi, domande, certezze, proponimenti di uno dei più importanti uomini di pace che il mondo abbia mai avuto. Contiene profonde riflessioni sul karma, il buddismo, la missione e il destino di ciascuno di noi, nonché un’acuta analisi della situazione politica e sociale del Giappone subito dopo la seconda guerra modniale. Un’opera decisamente interessante.

Bad Company – protocollo Praga

bcUn classico film di spionaggio, tragi comico demenziale, perfettamente inutile. Trama banalissima con l’attore protagonista che impersona l’agente segreto ed il suo sosia, il solito mercante d’armi che vuole vendere una bomba nucleare e il solito cattivo Bosniaco, visto che ormai i russi non sono più il nemico, che se ne vuole impadronire. Tutto un inseguimento, una serie di equivoci e situazioni paradossali e ridicole, inutili al fine della storia che non salvano il film dalla banalità e dalla noia. Hopkins gigioneggia e si diverte alla grande, peccato però vederlo sprecato in un ruolo simile. Direi abbastanza inguardabile.

Total recall

trRemake del famoso film del 1990 con Arnold Schwarzenegger, tratto da un racconto di Philip K. Dik, che riprende il tema già visto delle colonie sfruttate e dell’agente segreto che perde la memoria, riacquistandola a poco a poco, a causa degli impianti di ricordi artificiali fatta alla Rekall. Il film originale era ambientato su Marte; il protagonista desiderava avere ricordi rtificiali e si recava presso questa ditta di innesti cerebrali che gli causarono seri problemi. La trama di questa versione è molto simile, solo che la colonia si trova dall’altra parte del pianeta. Gli effetti speciali sono assolutamente incredibili, ma al servizio della storia. Eccezionali le scene di inseguimenti sulle auto a levitazione magnetica, così come l’ambientazione claustrofobica. Unico dettaglio che mi lascia sempre perplesso in queste storie di fantascienza è la presenza di armi che sparano normali proiettili, mentre in un’epoca futuristica del genere mi sarei aspettato qualcosa di più tecnologico. Per il resto la trama è simile all’originale, con finale buonista scontato. E’ addirittura presente un cameo della versione del 1990: la donna con tre tette. Godibile.