Nella mente dell’ipnotista
Quinto romanzo scritto dalla coppia di giallisti svedesi che si nasconde sotto lo pseudonimo di Lars Kepler. Scritto meglio dei precedenti, ha una trama forse troppo complessa e un po’ confusa, poco lineare, che non permette sempre al lettore di seguirne lo svolgimento. Le descrizioni della Svezia sono notevoli, i personaggi sono abbastanza ben delineati, ma gli autori, nonostante la fama internazionale raggiunta, continuano a rivolgersi ad un pubblico locale, dando per scontata la conoscenza di usi e tradizioni, non raggiungendo la maestria del capostipite del genere, Stig Larsson. Il loro modo di scrivere non permette al lettore di farsi risucchiare nella storia e appassionarsi ad essa. Nel complesso è un’opera interessante, abbastanza avvincente e ben costruita, con un ritmo però troppo lento che non riesce a tenere il lettore avvinghiato. E’, secondo me, proprio questa incapacità di risucchiare il lettore nella storia a rappresenta il limite della scrittura di Lars, non permettendogli di entrare fra i “grandi” della letterature come Tolkien, Larsson, Stephen King e altri.