Il ritratto di Dorian Gray
Un classico della letteratura inglese di fine ottocento, un elogio all’edonismo della borghesia dell’Inghilterra Vittoriana. Tratta del conflitto tra piacere estetico-edonistico e moralità che pervade la nostra società ancora oggi. I personaggi principali dell’opera, Dorian Gray e Lord Wotton, soprattutto, rispecchiano secondo me l’animo di Oscar Wilde, che parla per bocca loro esponendo la propria filosofia, il proprio egocentrismo e il proprio pensiero sulle donne, caratteristico dell’epoca. E’ un’opera scritta in modo impeccabile, la trasformazione del protagonista da giovane idealista in mostro di edonismo, bellezza, superficialità, egoismo e cinismo è espressa in maniera esemplare. Il tema della perdizione e la nascita del senso di colpa per le riprovevoli azioni commesse dal protagonista che inizia a non sopportare più l’uomo che è divenuto sono la rappresentazione forse della stessa trasformazione che ha colpito Oscar Wilde e che nel romanzo culminano col cercare le colpe all’esterno e verso gli altri, in particolare Dorian dà la colpa della propria scelta di vendere l’anima al diavolo al pittore del quadro, uccidendolo in un momento di follia. E’ diventato giustamente un classico, caratteristico anche per l’ironia e il sarcasmo degli aforismi di Lord Wotton, che ironizza sulla società descrivendola in modo antitetico. Espediente geniale per esprimere una critica feroce senza venire eccessivamente criticato. Capolavoro