Bad boys for life

Venticinque anni dopo il primo Bad boys, torna la coppia Will Smith – Martin Lawrence, in un rocambolesco, sgangherato, irriverente film poliziesco, pieno di inseguimenti, risse, sparatorie, ecc. Come i precedenti, riesce a mescolare i drammi personali dei protagonisti con quelli del dipartimento di polizia dove lavorano. Rispetto agli altri non agginge nulla di nuovo: i protagonisti sono invecchiati, uno dei due si è ritirato in pensione e decide di rimettersi ancora una volta in gioco, per aiutare l’altro a risolvere un caso che lo tocca personalmente. Gli effetti speciali si sprecano, così come le sparatorie e le disrtuzioni di ogni set: il film alla fine è tutto qui. Solo per amanti della coppia.

Battaglia nel cyberspazio

Romanzetto pubblicato dal Corriere della sera nella collana BUR, tratto da un’idea di Tom Clancy, ma sviluppato evidentemente da un ghostwriter di basso livello che la riduce a poco più di un racconto superficiale. L’idea viene poco sviluppata, la trama è scialba, priva di mordente, l’atmosfera non accogliente non risucchia il lettore nella vicenda. Non aiutano le descrizioni degli ambienti e dei personaggi, nemmeno il loro spessore psicologico. Alla fine ne viene fuori un racconto per ragazzi, poco interessante vista la poca competenza tecnica dell’autore e la sua poca fantasia. Viene in sostanza sfruttato ignobilmente il nome di un grande autore come Tom Clancy per vendere un’opera scadente di un epigono indegno. Decisamente inutile.

No place to hide

copertina

Un saggio di Glenn Greenwald basato sulle rivelazioni dell’ex agente CIA Edward Snowden, in prestito all’NSA e uno dei più noti whistleblower. Narra il modo rocambolesco in cui l’autore è riuscito ad incontrare ed intervistare il super ricercato whistleblower Edward Snowden e di come sia venuto in possesso di una enorme mole di documenti che dimostrano come le note agenzie di intelligence americane spiino illegalmente praticamente ogni abitante del pianeta. Edward, parlando della propria esperienza di ex impiegato di queste note agenzie, racconta come ha scoperto l’illegale e sistematico controllo cui sono sottoposti non solo tutti i cittadini americani, ma praticamente tutti gli abitanti del pianeta. Edward spiega come queste agenzie, grazie a sofisticatissime apparecchiature elettroniche e un budget virtualmente illimitato, intercettano tutte le comunicazioni elettroniche del pianeta, dalle telefonate alle email, dalla navigazione internet alle chat dei vari social e passino al pettine fino tutte le pubblicazioni sui social. Descrive l’esistenza di un “grande fratello” ben più invasivo e capillarmente distribuito di quello immaginato da George Orwell nel romanzo “1984” e dipinge un mondo distopico ben peggiore di quello ipotizzato da Lord Aldous Huxley nel suo “mondo nuovo”. Spiega che ogni nostro acquisto, elettronico o meno, è tracciato e registrato in un immenso database, ogni nostra e-mail viene letta da sistemi di intelligenza artificiale alla ricerca di particolari “parole chiave”, ogni nostra telefonata viene ascoltata da sistemi elettronici automatizzati, ogni nostro passo viene immortalato dalle infinite telecamere di un sistema di sorveglianza di massa così potente e capillare da non permetterci nemmeno di renderci conto che la oggi la privacy è solamente una parola priva di significato e niente di ciò che facciamo, diciamo, cerchiamo, visitiamo realmente o virtualmente in internet sfugge a questo nuovo tentacolare “grande fratello”. E’ un’opera coraggiosa e “fastidiosa” che cerca di svegliare il lettore su quali siano i pericoli per la libertà cui stiamo andando incontro grazie a tecnologie che ci vengono spacciate per necessarie per proteggere la nostra sicurezza, mentre in realtà la minano fin nelle fondamenta, creando un mondo distopico denominato “capitalismo della sorveglianza”. Dovrebbero leggerlo tutti