I surfisti di internet

Per chi lo legge oggi, questo libro è una nostalgica ma interessante descrizione dell’Internet degli albori. dei primi utenti che come esploratori navigavano in terre sconosciute, nuove ed interessanti. In forma di diario, è una narrazione dell’internet pioniereistica, diversa dall’internet attuale commerciale ed invasa da una quantità infinita di pubblicità, si trattava di una rete formata da contenuti, priva delle luci, dei suoni e degli effetti speciali che siamo abituati a navigare navighiamo oggi. Il diario di questa prima navigatrice ci fa rivivere lo spirito anarchico dei suoi primordi, dell’internet immaginata dal suo inventore, Tim Berners-Lee, ci fa incontrare i personaggi che la popolavano, hackers, phreakers, scrittori e scienziati, giocatori. Il suo diario di bordo ci fa conoscere le regole su cui si basava, la sua lingua, la sua etica anarchica, le sue trasgressioini. Nelle sue descrizioni ci fa rimpiangere un’epoca in cui aziende e industrie non l’avevano ancora trasformata nel paese dei balocchi che conosciamo e navighiamo oggi, una rete che purtroppo ha completamente perso il suo significato originale e che si è trasformata in un grandissimo negozio virtuale in cui si può comprare e trovare ogni cosa ma completamente priva di valori etici, di passione, di contenuti, piena di spazzatura e fake news.

V13

Un saggio molto particolare che racconta la cronaca del processo agli attentatori superstiti degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. L’autore, Emmanuel Carrère, ha seguito direttamente per dieci lunghissimi mesi il processo, denominato V13, entrando nell’aula in legno bianco allestita appositamente per questo processo. Ha ascoltato pazientemente le terrificanti testimonianze dei sopravvissuti del Balcan, dello Stade de France, dei bistrot presi di mira dagli attentatori; ha preso appunti precisi, scrivendo un libro terrificante raccontando le sensazioni, le impressioni, i pensieri emersi durante l’ascolto dei resoconti dei testimoni dei terribili avvenimenti. Si tratta di un libro particolare, diverso dai soliti saggi, una testimonianza dell’orrore, della paura e del terrore provato dai protagonisti, dai famigliari, dalle forze dell’ordine causate dagli attentati. Un libro claustrofobico che descrive molto bene anche l’atmosfera claustrofobica densa di dolore che si respirava nell’aula del processo. Un’atmosfera fredda e terribile, un ambiente asettico, un’aria intrisa di dolore, paura e terrore, sconforto, rabbia, vendetta. E’ la descrizione di un processo che pochissime persone, oltre all’autore, hanno avuto la forza, la costanza, la determinazione a seguire quotidianamente per così lungo tempo. Ne emerge un racconto impressionante, una descrizione dei fatti terribile, che in Italia la stampa, la tv, internet, hanno raccontato per un periodo breve e in modo superficiale. Sono venuto così a conoscenza della reale portata di quegli attacchi di cui avevo un’idea vaga e che ritenevo, come molti, penso, di poco conto con poche vittime e pochi feriti. E’ un’opera diversa dal soliti resoconti di fatti e avvenimenti, di non facile lettura, di atmosfera cupa ma interessante da leggere per rendersi conto di quanto i mainstream siano in grado di manipolare, esaltare e sminuire qualunque fatto e avvenimento a piacere, seguendo gli interessi del potente padrone di turno, che può così manipolare la verità a proprio uso e consumo.

Aggiustare il mondo. La vita, il processo e l’eredità di Aaron Swartz

Il docente di informatica giuridica dedica quest’opera biografica ad Aaron Swartz, geniale hacker informatico cresciuto nei sobborghi di Chicago, che ha contribuito alla creazione dell’accesso libero ai dati e alle licenze libere come open access e creative commons e che poi finito nelle grinfie del sistema giudiziario statunitense ne è stato stritolato e portato al suicidio l’11 gennaio 2013 all’età di 27 anni. E’ un’opera illuminante su un genio dell’informatica che già da ragazzino è riuscito a collaborare con studiosi come Tim Berner Lee e Lawrence Lessig per creare le architetture informatiche e le licenze d’uso del futuro. Ziccardi scrive con passione ed enfasi le gesta e la lotta compiute da Aaron, cerca di renderne merito e giustizia descrivendo anche come si sia trovato suo malgrado a dover combattere contro il sistema giuridico statunitense, che lo ha maltrattato stritolandolo e portanodolo fino al suicidio. E’ un’opera importante perché descrive anche le idee, le aspirazioni, i desideri e le passioni del giovane attivista, illustrando le sue idee sull’uso libero dei dati, dei documenti di testo, ecc. Porta in qualche modo avanti le aspirazioni di Aaron, le sue tesi, le sue intuizioni, le sue conquiste, facendole conoscere al grande pubblico e mettendo a nudo le idiosincrasie e le ingiustizie di un sistema giuridico, quello americano, che stritola chiunque finisca nel suo mirino, anche se per azioni giuste e corrette. Consigliato. Intervista con l’autore

La mossa del matto – l’Iliade di Bobby Fischer

La storia della vita del campione del mondo di scacchi amercano Bobby Fischer, dall’infanzia fino alla sfida contro il campione del mondo di scacchi Boris Spasskij. E’ una biografia particolare, così come il personaggio che tratta. Bobby è un giocatore anomalo, che ha dedicato l’intera esistenza agli scacchi, tralasciando praticamente tutti gli altri aspetti della vita. Per lui esistono solo gli scacchi. Il resto del mondo non gli interessa. Il punto di partenza dell’autore è la ricostruzione della finale di scacchi del 1972 fra il matto giocatore statunitense e il razionalissimo campione del mondo russo. Si tratta di una sfida epica, giocata in piena guerra fredda, che va ben oltre il gioco degli scacchi: è una sfida fra superpotenze, una sfida tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il libro è scritto in modo chiaro e comprensibile. L’autore fa una ricostruzione molto precisa dell’evento, basandosi sull’imponente materiale documentario disponibile. Si tratta di un’opera ben fatta, interessante dal punto di vista storico e scacchistico, ma godibile anche per un pubblico generico che non ama particolarmente il gioco degli scacchi.

Net slaves, i forzati della rete

Un saggio che raccoglie testimonianze, interviste, storie e racconti dai recessi più profondi delle sale server di tutto il mondo, dove lavorano sotto pressione e sottopagati migliaia di tecnici, programmatori, web master, grafici, creatori di contenuti per il web. Sono resoconti puntuali dello sfruttamento della bassa manovalanza delle professioni legate alla net-economy. Storie semi serie, ironiche, grottesche, ma non per questo meno vere o meno umane di ciò che devono affrontare i lavoratori informatici del web, persone che vengono buttate giù dal letto in piena notte perché c’è da riavviare un server, sostituire un hard disk, riparare un router. Gli autori ne danno una descrizione minuta e precisa, rendendo vive le testimonianze di questi lavoratori del sottobosco del web. Si tratta di storie talmente assurde da sembrare false, invece sono frutto di interviste a uomini e donne che lavorano dietro le quinte di internet e del web. E’ uno spaccato molto interessante per comprendere la realtà che si cela dietro i siti internet, i siti di e-commerce, i blog e tutti gli altri servizi internet che usiamo ogni giorno senza sapere cosa vi sta dietro, ci racconta insomma chi sono le persone che con la loro fatica, il loro impegno e la loro abnegazione lo rendono possibile.

Stato di paura

E’ un romanzo di Michael Crichton pubblicato nel 2004. Il tema trattato è quello dell’emergenza climatica: il protagonista si trova a dover combattere degli eco terroristi che vogliono creare artificialmente catastrofi climatiche. Si tratta però solamente di un pretesto per svelare, in tempi non sospetti e molto prima delle pandemie, le trame politiche degli stati che vogliono controllare le popolazioni con la paura, mantenendo la gente in un costante stato di terrore. Poco importa se si tratta di false catastrofi climatiche, ipotetici rischi di guerre nucleari, guerre “fredde” o pandemie. L’importante è mantenere le popolazioni in un perenne stato di paura, per controllarle, manipolarle, facendo credere loro di essere sul punto dell’estinzione, per sfruttarle e farle obbedire ciecamente, in quello che è dipinto come un mondo distopico in stile Orwelliano. Le tesi innovative e completamente “fuori dal coro” esposte in questo romanzo hanno generato moltissime critiche e dibattiti. Crichton esponendo queste tesi è stato un innovatore e molto prima dell’epoca delle epidemie aveva smascherato le vere mire politiche degli stati e del capitalismo della sorveglianza che puntano a soggiogare l’umanità in uno stato di terrore costante per poterla controllare a piacimento. Molto interessante e decisamente profetico.

Jane Eyre

Un romanzo autobiografico di Charlotte Brontë del 1847. Considerato un capolavoro è un interessante spaccato della vità dell’epoca. Descrive la vita famigliare della protagonista, delle persone benestanti con cui vive, la vita sociale ed economica di quei tempi della classe medio alta borghese. E’ un’opera che ha avuto successo praticamente immediato perché ben scritta, le descrizioni sono puntuali e precise, non stucchevoli o noiose. La psicologia dei personaggi è colta in maniera notevole, dando loro un aspetto tridimensionale, non sono dei semplici spettatori o personaggi secondari. Soprattutto il personaggio principale, una donna forte, decisa, che non si fa comandare diviene un modello di comportamento per molte donne dell’epoca ma anche di oggi. Notevole anche la contrapposizione con il personaggio opposto, Bertha Mason, considerata pazza, l’aspetto animalesco della società, che in epoca Vittoriana si faceva di tutto per nascondere. E’ una lettura scorrevole e piacevole, dimostra grande capacità descrittiva e narrativa e di analisi psicologica dei personaggi. Consigliato

No place to hide

copertina

Un saggio di Glenn Greenwald basato sulle rivelazioni dell’ex agente CIA Edward Snowden, in prestito all’NSA e uno dei più noti whistleblower. Narra il modo rocambolesco in cui l’autore è riuscito ad incontrare ed intervistare il super ricercato whistleblower Edward Snowden e di come sia venuto in possesso di una enorme mole di documenti che dimostrano come le note agenzie di intelligence americane spiino illegalmente praticamente ogni abitante del pianeta. Edward, parlando della propria esperienza di ex impiegato di queste note agenzie, racconta come ha scoperto l’illegale e sistematico controllo cui sono sottoposti non solo tutti i cittadini americani, ma praticamente tutti gli abitanti del pianeta. Edward spiega come queste agenzie, grazie a sofisticatissime apparecchiature elettroniche e un budget virtualmente illimitato, intercettano tutte le comunicazioni elettroniche del pianeta, dalle telefonate alle email, dalla navigazione internet alle chat dei vari social e passino al pettine fino tutte le pubblicazioni sui social. Descrive l’esistenza di un “grande fratello” ben più invasivo e capillarmente distribuito di quello immaginato da George Orwell nel romanzo “1984” e dipinge un mondo distopico ben peggiore di quello ipotizzato da Lord Aldous Huxley nel suo “mondo nuovo”. Spiega che ogni nostro acquisto, elettronico o meno, è tracciato e registrato in un immenso database, ogni nostra e-mail viene letta da sistemi di intelligenza artificiale alla ricerca di particolari “parole chiave”, ogni nostra telefonata viene ascoltata da sistemi elettronici automatizzati, ogni nostro passo viene immortalato dalle infinite telecamere di un sistema di sorveglianza di massa così potente e capillare da non permetterci nemmeno di renderci conto che la oggi la privacy è solamente una parola priva di significato e niente di ciò che facciamo, diciamo, cerchiamo, visitiamo realmente o virtualmente in internet sfugge a questo nuovo tentacolare “grande fratello”. E’ un’opera coraggiosa e “fastidiosa” che cerca di svegliare il lettore su quali siano i pericoli per la libertà cui stiamo andando incontro grazie a tecnologie che ci vengono spacciate per necessarie per proteggere la nostra sicurezza, mentre in realtà la minano fin nelle fondamenta, creando un mondo distopico denominato “capitalismo della sorveglianza”. Dovrebbero leggerlo tutti

Harry Potter e la pietra filosofale

Primo romanzo della saga di Herry Potter. Letto originariamente a Natale del 2004, e riletto in questi giorni per un club del libro. La scrittura della Rowling si dimostra matura fin dal primo romanzo della saga, anche se risente un po’ di inesperienza e di essere diretta ad un pubblico molto giovane. La trama è originale, il mondo immaginato dall’autrice molto articolato, vasto, fantastico e intrigante. Pur non essendo un grande fan del maghetto, sono subito stato risucchiato all’interno della storia, in questo splendido mondo di maghi. Il modo di scrivere dell’autrice, le sue descrizioni dei luoghi e dei personaggi, dipingono molto bene questo universo di maghi, maghe, folletti, draghi, ecc. e immergono fin da subito il lettore in un ambiente fiabesco, ma tangibile, possibile, quasi reale. Le descrizioni sono ben bilanciate, la trama è scorrevole, ma mantiene la giusta tensione e la suspance sufficiente a far desiderare al lettore di rimanere a scoprire le vicende dei personaggi, simpatizzando subito con loro. I protagonisti sono ben delineati e i loro contorni netti, tutti hanno una loro personalità e un posto nella trama. Non ci sono particolari forzature o personaggi inutili usati come riempimento. La lettura scorre veloce. Un’opera ben costruita e ben riuscita.