Processo Garlasco: diritto alla verità
Un libro scritto dall’avvocato di parte civile della famiglia Poggi. Titolo emblematico che però non si realizza all’interno del libro. E’ il resoconto da parte dell’autore di dieci anni di lavoro dedicati alla ricerca della verità di uno dei delitti italiani più strani. Se dal punto di vista delle “giustizia” legale si è trovato un colpevole “al di là di ogni ragionevole dubbio” e messo in galera , dal punto di vista della “Giustizia” restano secondo me molti dubbi. Innanzitutto vista l’assoluzione nei preimi due gradi di giudizio di Alberto Stasi, qualche ragionevole dubbio rimane. In più manca un movente plausibile, non è stata trovata l’arma del delitto, le indagini sono state approssimative ed inconcludenti, gli indizi discordanti, l’ora della morte mai accertata, non c’è nessuna prova reale. Nonostante ciò il fidanzato della vittima è stato condannato a 16 anni di carcere con rito abbreviato e solo in base ad un profilo psicologico non accertato, un comportamento dopo il ritrovamento della vittima non normale, una faccia da psicopatico. Probabilmente è effettivamente l’assassino, ma a parte lui, la vittima ed il vero eventuale assassino nessuno lo sa. Così come nessuno conosce il movente e la fine cha ha fatto l’arma del delitto. Quello che inquieta più di tutto in questo resoconto, è che può capitare ad ognuno di noi di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e per pregiudizi, reazioni non considerate normali, pressione dei media, di subire le stesse ingiustizie legali, come una condanna senza prove e certamente al di qua di ogni ragionevole dubbio. L’unica “certezza” è che tutto il caso è e resta purtroppo un gandissimo dubbio.