Continuazione e naturale conclusione del precedente romanzo, la ragazza che giocava con il fuoco. E’ decisamente quello che mi è piaciuto di più, non solo perché conclusivo, in cui tutti i tasselli del puzzle vanno a posto, ma perché ci si trova nel mezzo di una “guerra” fra hacker e servizi segreti “deviati”, che a me affascina moltissimo. In questo terzo tomo, finalmente si chiariscono le finalità della “sezione” Zalachenko, quella che ha protetto tutte le misfatte e i delitti compiuti dal dissidente russo, calpestando diritti civili dei cittadini, libertà di espressione, e quant’altro. Una sezione segreta, di cui nemmeno i dirigenti dei servizi sono a conoscenza, che ora finisce alla ribalta e cerca di sopravvivere a tutti i costi, tentando di eliminare tutti i testimoni delle loro malefatte. Ci troviamo di nuovo di fronte ad un eccezionale descrizione della natura umana, dei suoi istinti primordiali di sopravvivenza, sopraffazione, egoismo e avidità. Una descrizione dei servizi segreti deviati ma che oggi calza a pennello anche per i politici e molte altre caste “potenti”. Finalmente tutti i fili del passato della protagonista si legano a formare la trama ordita contro di lei con la complicità di politici, medici, legali, ecc. e finalmente giustizia viene fatta, se mai giustizia può essere fatta di colpe così gravi e di soprusi così terribili. La vendetta non è mai giustizia, e il carcere o la morte dei colpevoli non rifonde mai dei torti fatti da loro alle vittime. Decisamente un libro eccezionale, che ho letto tutto d’un fiato immediatamente dopo il precedente. Consigliatissimo a tutti.