The alphabet killer

Un film inquietante per la trama, purtroppo inconcludente e mal girato. Ispirato ad una storia vera di una serie di omicidi mai risolti, si concentra soprattutto sulle fotografie e le ossesisoni della poliziotta protagonista, tormentata dai fantasmi delle ragazzine stuprate ed uccise. Non rivela chi sia l’assassino, sebbene ci sia stato nella realtà un sospettato dichiarato tale post mortem. E’ il classico film da home video di un’ora e mezza per teenager annoiati, da guardarsi rilassati sul divano con il pop korn. Non particolarmente spaventoso, con effetti speciali abbastanza scialbi, senza colpi di scena. Si salvano solamente le tette della protagonista, Eliza Dushku, vista anche in The big bang theory impersonare un’agente dell’ FBI. Bocciato.

Italo Calvino: gli amori difficili

Una raccolta di racconti di fine anni sessanta, una leggera pittura di un italia che in 70 anni è rimasta immobile, uguale a sè stessa, in tutti i settori, dal lavoro all’amore, resa in modo impeccabile dalla penna di uno dei più grandi scrittori italiani. La descrizione della tensione che esiste sempre nelle relazioni fra uomini e donne, sempre, da ogni punto di vista, erotico, sentimentale, emotivo, intellettuale. Una tensione  che si avverte maggiormente quando si è lontani, con le difficoltà aggiuntive che alla coppia questa distanza comporta. Il tutto pennellando un Italia in bianco e nero, grigia, cupa, come era in quegli anni, e come è rimasta fino ad oggi, arretrata in tutti i settori, tecnologico in primis ma non solo. Le descrizioni dei personaggi, principali e secondari, mettono a nudo le loro debolezze, le loro meschinità, i loro desideri, rendendoli dannatamente umani, ma anche tristi e senza speranza. Insomma un bellissimo viaggio in una realtà ovattata, che dovrebbe non essere più attuale, ma che invece lo è fino all’eccesso. Bellissimo e triste nella sua descrizione della crisi economica, di valori e di ideali che il nostro paese sta passando da anni.

Teatro: il metodo

Un’opera di uno scrittore catalano ispirata a una storia vera. Un gruppo di attori affiatati, un ritmo incalzante, un’ inquietudine e un’angoscia trasmessi tragicamente reali. Un metodo di si selezione del personale sempre più in uso nelle aziende di oggi, dove la competitività è l’unico modo per sopravvivere. Lo stress è inaudito, l’inganno si cela dietro l’angolo, nessuno è chi dice di essere, la menzogna a fine di interesse personale il metodo di lavoro. Colloqui finalizzati a trovare veri figli di puttana capaci di sembrare bravi ragazzi. Spettacolo stupendo che coinvolge il pubblico e tiene inchiodati alla potrona. Finale amaro e bastardo.

Mein Kampf

Un testo incredibilmente attuale di uno dei più grandi statisti di tutti i tempi e di un grande criminale, almeno per i vincitori. Infatti la violenza e lo sterminio a chi vince sono permessi, in nome del progresso, della cultura, della pace, ecc. Basta vedere gli Americani cosa hanno fatto ai pellerossa. I perdenti invece finiscono sempre sulla gogna, sempre dalla parte del torto. Non dimentichiamoci che riuscì a farsi seguire da 60 milioni di tedeschi, 40 milioni di Italiani e suscitò all’inizio l’ammirazione di tutta Europa e non solo. Le sue teorie hanno affascinato moltissimi filosofi, storici, statisti, militari. Indubbiamente nutriva un folle odio verso gli Ebrei, scondo lui causa principale della situazione catastrofica della Germania negli anni 30. Commise degli errori e portò la germania alla catastrofe. Oggi però la situazione non solo non è diversa, ma la crisi economica, sociale, politica colpisce tutta Europa, e la causa, oggi come allora, è sempre il dio denaro, con il suo comandamento “morte tua, vita mea”, causata da banchieri, speculatori, governi. E la soluzione non sarà diversa da allora: una guerra catastrofica che ci aspetta dietro l’angolo.

Digital Forensic

il 19 novembre si è svolto a Udine, presso l’Erdisu, un convegno dal titolo Digital Forensic: individuazione , acquisizione e utilizzo della prova digitale – questioni giuridiche, best pratices, nuove prospettive. La sala A, con 380 posti è stata riempita incredibilmente all’inverosimile, segno del sempre maggiore interesse da parte del pubblico verso queste tematiche. Sono stati invitati, tra gli altri, il prof Sebastiano Battiato, professore associato di informatica dell’Università degli studi di Catania, il maggiore dei carabinieri Ing. Marco Mattiucci, comandante della Sezione Telematica del Reparto Tecnologie Informatiche dell’Arma, Il sostituto procuratore di Milano Dott. Francesco Cajani. Tutti gli interventi sono stati di alto profilo, sia dal punto di vista tecnico che giuridico. Purtroppo il quadro che ne esce è molto triste per il nostro paese, sia dal punto di vista delle risorse economiche disponibili, sia dal punto di vista della competenza degli addetti, sia dell’arretratezza tecnica e giuridica degli addetti. In sostanza, a parte qualche raro caso di eccellenza, tutto il resto è desolante, siamo indietro anni rispetto agli altri paesei Europei, e forse decenni rispetto gli anglosassoni. D’altronde in un periodo di crisi come quello attuale è già tanto che ci sia qualcosa che si muove. Complessivamente il convegno è stato interessante e fruttuoso, le tematiche trattate stimolanti per un approfondimento. Tempo ben investito

 

ask me pease – workshop sugli assistenti virtuali

Giovedì 8 novembre si è svolto presso il Centro congressi dell’Area Scienze Park di Padriciano, il workshop ask me please. Un interessante dimostrazione dell’attuale sviluppo di progetti di assistenti virtuali. A parte la scelta poco felice del luogo, una specie di inestricabile labirinto per chi non ci lavora e per nulla comodo da raggiungere da Trieste, il tema proposto ha sollevato parecchi spunti. Si è parlato di innovazione Italiana, co-finanziamenti regionali, agenda digitale e del progetto sugli assistenti virtuali. Tralasciando il fatto che l’Italia non ha un’agenda digitale, se non sulla carta, e che l’assessore regionale alle attività produttive Federica Seganti ha snocciolato una serie di cifre sui finanziamenti regionali, la dimostrazione dello stato del progetto è stata molto interessante. Salvo la presentazione di immagini di sfruttamento delle donne anche in questo campo, in quanto secondo studi effettuati, l’interazione con donne virtuali è migliore come esperienza utente e crea meno problematiche a chi implementa il sistema. Pur essendoci una presenza femminile soverchiante nella sala, tali problematiche sullo sfruttamento dell’immagine della donna non sono emerse e non sono state trattate.

Johnny Mnemonic è un film di fantascienza del 1995 per la regia di Robert Longo, con Keanu Reeves. È liberamente tratto dal racconto Johnny Mnemonico di William Gibson (raccolto in La notte che bruciammo Chrome). Johnny è un ricordante, un corriere-dati che è stato ingaggiato per trasportare software illegale, senza fare domande, in una bolla di memoria inserita chirurgicamente nel proprio cervello, la cui installazione gli ha inoltre provocato la perdita di gran parte dei propri ricordi passati (in particolare l’infanzia). Il film riprende in maniera psichedelica i temi della sicurezza delle informazioni, dello spionaggio industriale, in un tempo post apocalittico, dove il controllo di autorità, spioni vari è pressoché totale. Sono ripresi anche i temi della ribellione popolare, delle sette segrete e quanto altro ha da dire la fantascienza in merito, in un modo però originale, apportando pensieri e riflessioni originali. Il tema è sempre più scottante nella nostra epoca “globale”, dove la privacy non è che un’illusione, la sicurezza un’utopia e l’unica religione è il dio denaro. Inquietante nella sua bellezza profetica. Imperdibile.

 

Duplicity

Un film pretenzioso e di belle speranze. con attori blasonati sprecati. Una storia romantica all’interno del pretesto della spy story, sceneggiatori che devono anche inventarsi autori, per tenere bassi i costi, visto il costo del cast, inseguimenti e sparatorie inutili in una love story dal finale alcolico improbabile. Tanta carne al fuoco, effetti speciali non al servizio della trama, un po’ confusa. Complessivamente mediocre e troppo televisivo, con i personaggi che sono in realtà la storia. Indefinibile il risultato.

The amazing spider man

Un film ben riuscito, ottimi gli attori, ottimi, anche se non perfetti gli effetti speciali, ma per una volta al servizio della storia e non come pretesto. Scelta splendida anche dell’attore protaonista. La trama, parecchio fedele al fumetto originale Marvel, è delineata in maniera credibile, per quanto possa esserlo una storia di super-eroi. New York è credibile e ben fotografata. Le due ore abbondanti non pesano e ci si diverte parecchio, oltre a commuoversi in alcune scene. Il dramma delle scelte che il super eroe deve fare permea tutta la pellicola. Decisamente il miglior spider man del cinema. Consigliato!

Chi è il maestro del lupo cattivo?

Martedì 23 ottobre presso il Knulp si è svolta la presentazione del libro  autoprodotto, senza editore, “Il maestro del lupo cattivo” di Ico Gasparri. Il tema trattato è lo sfruttamento della figura femminile nella pubblicità in strada a Milano dal 1990 al 2011. Le conduttrici dell’evento sponsorizzato da SEL, Daniela Gerin, Tullia Catalan, Rita Auriemma, Lucia Beltramini hanno affrontato con l’autore delle tematiche quasi sconosciute, di cui si parla di rado, ma importantissime e particolarmente inquietanti sulla condizione della donna nella pubblicità, ma non solo, e nella nostra società nella storia e negli ultimi anni. Sono emersi molteplici aspettiti della nostra società, come il tema dell’educazione sessuale degli adolescenti: le statistiche mostrano dati terrificanti, quasi il 100% dei maschi e il 66% delle ragazze educano la propria sessualità tramite la pornografia in internet, tra quelli e quelle che guardano, la metà guarda pornografia violenta. Molti dei temi trattati mi hanno toccato profondamente e fatto vedere alcuni aspetti della nostra società con occhi diversi e da punti di vista diversi. Purtroppo il libro non ha avuto molta diffusione, le foto dei cartelloni pubblicitari di Ico nemmeno, soprattutto a causa del grosso giro economico che muove la pubblicità che sfrutta l’immagine della violenza sulla donna per vendere prodotti. Anche le mostre fotografiche dell’autore sono state viste da poca gente e sostenute da ancora meno persone, donne comprese. Mi ha sconvolto scoprire il tipo di violenza che subiscono molte donne nella totale indifferenza e apatia delle istituzioni, degli uomini, e delle donne stesse, ormai rassegnate ad essere oggetti sessuali per il soddisfacimento della libido maschile.

Libro consigliatissimo a tutti per cercare di risveglliare la sensibilità umana. Le foto dei cartelloni pubblicitari sono disponibili sul sito: www.ilmaestrodellupocattivo.it