Il killer della metropolitana

locandina

Il thriller, horror, splatter che tenta di imitare lo stile di Tarantino, conosciuto anche con il titolo “Prossima fermata: linferno”, del regista giapponese Ryuhei Kitamura, mi ha francamente molto deluso. La trama abbastanza improbabile vede degli squartatori che uccidono in maniera truculenta all’interno di un vagone della metropolitana di Manhattan, senza che nessuno si accorga di nulla, salvo un fotografo di street art notturna, che decide di indagare ed andare fino in fondo. Oltre ad essere abbastanza inverosimile, la trama è anche fiacca e inconcludente, l’ispirazione allo stile tarantiniano è solo una pallida e inutile imitazione, con scene di sangue poco realistiche ed effetti speciali inituli e di bassa qualità, non necessari per la trama. Il finale decisamente ficco e abbastanza insensato. Complessivamente uno spreco di bravi attori in un film splatter inutile e pretenzioso che non porta nulla al genere, privo di mordente che non genera paura e terrore ma solamente noia in un susseguirsi di inutili scene di squartamenti a supporto di una trama debole, poco fantasiosa con un finale ancor più squallido e deludente. Sconsigliato anche agli amanti del genere. 103 minuti di vita sprecati.

L’imperatore di Ocean Park

Un thriller d’esordio ben scritto, una trama interessante, personaggi ben delineati, un’ambientazione ben descritta, scritto in un linguaggio chiaro ma al contempo ricercato che pone giustamente l’autore in testa alle classifiche americane dei best seller. Autore di colore così come i suoi personaggi, è ambientato nell’alta società di una cittadina americana. La trama è intrigante e misteriosa. Il padre del protagonista, giudice nero della corte federale, è diventato paranoico da quando la figlia è morta in un incidente stradale, ed egli ha deciso di scoprire chi è il pirata della strada che gliel’ha portata via, arrivando fino al suicidio. Il protagonista quindi è costretto a ritornare alla città natale per il funerale, durante il qualela la sorella gli confida che il padre potrebbe essere stato ucciso. Inizia così per lui la ricerca della verità, come in una partita a scacchi, gioco di cui è appassionato, verità che si cela in tutti i misteri che sono piovuti improvvisamente nella sua vita. L’autore calibra bene la trama, inserisce i colpi di scena nei momenti chiave della storia, rivela al lettore gli indizi mano a mano che il protagonista procede nella risoluzione dei misteri della propria famiglia. Si tratta di un’opera intrigante paragonabile a quelle di autori blasonati come Lars Kepler, seppur non raggiungendo, a mio avviso, le vette Di Stig Larson. Comunque consigliato a chi piace il genere.