I barbari

Interessante analisi della società. Un bellissimo saggio di Alessandro Baricco, apparso su “Repubblica” a puntate. Sono riflessioni sui cambiamenti sociali, economici, culturali fra le varie civiltà: dagli antichi fino ai nostri giorni.

Alessandro espone con chiarezza le motivazioni per cui i contemporanei giudicano i geni del proprio tempo dei barbari, non comprendendoli e non comprendendo come essi possano essersi venduti l’anima. Racconta come la civiltà successiva li consideri dei pilastri, dei “classici” imprescindibili. Illustra come questo vale anche oggi, dove forse i barbari usano metodi diversi per esprimersi, come l’informatica ed internet e non più la musica o la scrittura, ma come in fondo siano dei geni. Un esempio per tutti è google, che ha trovato un modo eccezionale di indicizzare i contenuti di internet rendendoli disponibili a tutti. La consideriamo una cultura barbara e non approfondita, ma i “barbari” di oggi sono coloro che non approfondiscono verticalmente le cose, ma si muovono orizzontalmente in un percorso associativo di idee e concetti; insomma viaggiano in superficie, come si dice surfano nella rete delle reti.

Un libro che dovrebbero leggere tutti, sia chi vuole comprendere profondamente le tendenze attuali, sia chi vuole solamente capire come mai i barbari ci hanno invaso, il perché e come questo non sia da vedersi solamente in modo negativo.

Decisamente consigliato

Bilico

Particolare – non finisce bene. Thriller atipico, questo scritto da Paola Barbato, sceneggiatrice tra l’altro del fumetto Dylan Dog. Molto intrigante nella parte iniziale, abbastanza profondo nella definizione dei personaggi principali, coinvolgente fino alla rivelazione dell’assassino, tutto sommato prevedibile, oscuro nelle sue vere motivazioni. Nella seconda parte un po’ più pesante, si trascina verso un finale in fondo prevedibile ma ingiusto. Sarà perché l’assassino viene rivelato troppo presto, perché io mi aspetto sempre il lieto fine, ma sostanzialmente il libro mi ha deluso, forse perché si fa fatica a comprendere fino in fondo le motivazioni che spingono i vari personaggi ad agire.

La vita dopo Dio

Un libro molto particolare: parla della generazione di chi è nato fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, quella di coloro che hanno vissuto la religione come una scelta e non un’imposizione, secondo il suo parere. E’ un romanzo con uno stile particolarissimo: un insieme di racconti brevissimi, massimo una o due pagine, con all’inizio un disegno stilizzato dell’oggetto con cui il personaggio andrà ad interagire. Una specie di autobiografia il tema conduttore di questi raccontini che assieme costituiscono uno spaccato di una società decadente, senza valori o principi, senza tabù, limiti e certezze. Insomma tratta di una generazione che cerca di crescere senza miti e guide. Decisamente da leggere: ognuno può identificarsi con i protagonisti del racconto impegnati a interagire con gli oggetti della vita quotidiana alla ricerca di una risposta sui perché fondamentali della vita