Figlia della cenere

Quarto romanzo di Ilaria Tuti con protagonista il commissario Teresa Battaglia. L’ambientazione scelta è quella della città di Aquileia, piena di tesori e custode di una storia millenaria. Questa volta il commissario deve affrontare le proprie origini, indagare sul rittrovamento di alcuni pezzi d’ossa in un antico mosaico nella chiesa di Aquileia. Il romanzo è stato scritto durante la pandemia, che rendendo difficili gli spostamenti ha messo a dura prova la necessità dell’autrice di recarsi nei luoghi della narrazione per emozionarsi, esplorare l’ambiente, percepirne sapori e odori. E’ comunque riuscita a destreggiarsi fra zone gialle e zone rosse, scrivendo un’opera più introspettiva, in cui la protagonista Teresa, oltre ad indagare sul mistero della presenza dei pezzi d’ossa nel mosaico, immerso nei secoli di storia del museo all’interno della chiesa di Aquileia, deve fare i conti con sé stessa, con le proprie difficoltà, con il cedimento del proprio corpo e delle proprie facoltà intellettive, facendole capire che non le resta molto tempo, che la usa malattia sta progredendo e portandola a chiedersi se non sia il caso di ritirarsi, facendole dubitare di essere ancora capace di dare un apporto investigativo efficace alla propria squadra. Scritto con il suo solito stile ricercato nei termini e nell’uso del linguaggio, figlia della cenere ci fa riflettere sulla caducità dell’esistenza umana, sulle sue imperfezioni, sui suoi difetti e sui suoi limiti fisici e temporali. Come sempre Ilaria Tuti mette nell’opera tutta sé stessa, regalandoci un’altra perla della letteratura italiana.